giovedì 9 ottobre 2014

Il nome della Strega


Il nome è, secondo le antiche tradizioni, l'essenza stessa di qualcosa o di qualcuno. Nel nome è raggiuso tutto il potere della cosa o della persona che lo possiede per questo esso è tanto importante e si pone ancora oggi molta cura nello scegliere un nome per i bimbi ma per una strega il nome è ancora più importante, esso è l'essenza stessa della persona, racchiude tutto il suo potere, rappresenta la protezione più forte è la sua stessa anima per questo bisogno mantenerlo segreto e proteggerlo il più possibile poiché esso è la nostra anima.

Differenza tra nome di Battesimo o anagrafico e nome segreto.

La differenza tra un nome anagrafico e uno magico non è semplicemente che il primo viene imposto e l'altro ce lo scegliamo, in effetti il nome magico non lo scegliamo esso nasce con noi esattamente come sono sati con noi i nostri capelli bruni, gli occhi azzurri o la fronte ampia, diaciamo che il nome magico emerge ad un certo punto della vita mentre il nome di battesimo rappresenta le aspettative, le speranze, i doni dei genitori, i parenti e, per estensione, della società. Per questo, il nome anagrafico è la maschera, l'ego del quale la nostra essenza si serve per muoversi in questa manifestazione. Esso esprime qualcosa di noi ma noi non siamo certo quel nome esattamente come "rosa" esprime il fiore profumato ma, pur cambiando nome, la rosa conserverebbe sempre il suo profumo. Il nome segreto o magico è il profumo. Qualcosa che identifica chi e cosa siete davvero.

Trovare il nome magico

Quando una strega torva il suo nome magico ella rinasce come creatura nuova. Non è più la ragazza, il ragazzo, l'uomo o la donna che è stato ma è la strega o lo stregone. I suoi occhi, le sue mani, la sua voce restano gli stessi ma nel profondo ella/egli è un'altra persona, intimamente è mutato. La tradizione differisce molto su come si debba trovare il proprio nome magico, alcuni dicono che esso debba esserci donato dal maestro/a, altri affermano che sia compito della congrega trovare il nostro nome magico, un po' come avveniva presso le tribù indiane. Altri ancora affermano che il nome magico ci viene comunicato dagli spiriti guida durante viaggi astrali e meditazioni. In realtà tutti i metodi vanno bene, perché ciascuno di noi è diverso e vive situazioni troppo diverse per inscatolare una cosa così importante e personale in qualche dogma e imbrigliarla in qualche procedura. Le procedure sono solo messe in scena atte ad ingannare la mente, distrarla e poi farla tacere in modo tale da giungere alla Verità. Le procedure sono percorsi e non mete. La cosa fondamentale, quindi, è come sempre, che il nome da voi scelto o donatovi rispecchi realmente chi e cosa siete.
Il vostro nome deve riassumere la vostra storia, le vostre caratteristiche, il vostro darma, la vostra forza e la vostra luce come anche il vostro dolore e la vostra oscurità.
Non importa se la procedura di scelta del nome è razionale è condotta a tavolino o se, invece, si tratta di una folgorazione avuta mentre andavate a comprare i cavolfiori, se esso rispecchia perfettamente tutto quanto siete, se, pronunciandolo vibrate come un diapason allora è il vostro nome.

Segretezza, diffusione e protezione del nome

Come ho detto, il nome magico è la migliore protezione che possiate avere. Esso vi proteggerà da qualsiasi attacco come un Patronus, per usare un immagine popolare per questo va mantenuto segreto e deve essere, a sua volta, protetto.
Il nome magico è un testimone più efficace dei capelli, della saliva o il sangue poiché esso è ben più del vostro DNA, chi ne entra in possesso ottiene potere su di voi fino a che rimane segreto, potrete utilizzarlo come barriera protettiva richiamandolo alla mente. Ogni volta che lo farete ricorderete chi siete e dove state andando, qual'è il vostro compito e ciò vi darà forza.
Tuttavia è possibile svelare il nome magico e restare protetti, sarà sufficente proteggere il proprio nome con incantesimi di protezione e altre ingegnose soluzioni ma ciò richiederà molta esperienza ed energia, non è una cosa tanto semplice per questo la maggior parte dei maghi preferisce tener nascosto il nome e proteggerlo dalla curiosità altrui magari inventando un nome magico alternativo contro cui i malintenzionati possano scagliare le loro brame.
Il nome magico "alternativo" funziona come una dagida protettiva o anche come una bottiglia delle streghe, assorbe le negatività che ci sono inviate senza che esse possano toccarci.

Un altro motivo, per tenere segreto il proprio nome è che non tutti meritano di conoscerlo. Esso è la nostra parte più intima e segreta quanti saranno in grado di amarla, rispettarla, maneggiarla? Una buona strega e un buon mago sanno rispettarsi e darsi valore e, sebbene si donino con generosità non si svendono mai al primo venuto. Questa parte intima e segreta deve essere tenuta nella giusta considerazione, perciò, se proprio la si vuole condividere sarebbe bene farlo solo con chi riteniamo davvero degno, sarà un modo per darci valore e rendere speciali e intimi i nostri rapporti personali.

Magica giornata a tutti da

martedì 7 ottobre 2014

Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat!

Dolcetto o scherzetto, annusa i miei piedi, dammi qualcosa di buono da mangiare!


Halloween ha origine nella festa celtica di Samhain o Samonion, che per i celti era il capodanno. Per la cultura contadina dei Celti questo era un momento importantissimo perché si trattava dell'ultima festa del raccolto, dopo la terra non avrebbe più dato frutto fino a febbraio. Per noi, abituati ai supermercati è incomprensibile l'importanza rivestita da una festa del raccolto ma con un po' d'immaginazione ce la possiamo fare.

Trick or treat, dolcetto o scherzetto...

Poiché la povertà, in quei tempi era più grave di quanto fosse oggi, il tema della "questua rituale" era spesso ricorrente. Durante le feste il primo pensiero di quelle società prive di mutua e pensioni sociali correva proprio ai più deboli e bisognosi che per quel giorno soltanto potevano girare di casa in casa chiedendo cibi di vario genere. Poiché secondo i Celti a Samhain i confini tra il mondo dei vivi e dei morti erano sottili i poveri e i bambini che giravano tutte le case rappresentavano gli spiriti della terra che chiedevano il compenso per l'aiuto offerto durante la coltivazione e il raccolto (perché nelle mantalità antiche nulla era dovuto e tutto era un dono). L'usanza voleva che i tirchi e gli scorbutici venissero puniti per non aver dato abbastanza o per non essere stati gentili con il lancio di uova marce sulla casa e altri generi di scherzi. I risvolti sociali di queste pratiche in cui gli schiavi potevano mettersi a pari con i padroni per tre giorni soli e liberarsi di tanti pesi che avrebbero poi ripreso sulle spalle sono troppo ovvi per riportarli, e poi, gli antropologi e i sociologi ci hanno scritto su libri interi, lascio dunque a voi la riflessione.

Quando il Cristianesimo sostituì l'antica religione dei Druidi, Samhain (cioé la fine della stagione Samos - Luce) divenne Halloween, che, come tutti ormai sanno è la contrazione delle parole Hall Hallow's Eve, che significa la festa di tutti i santi. La tradizione rimase, perché certi simbolismi sono insiti nell'essere umano, fanno parte dei suoi bisogni primordiali e quando non vi furono più i poveri, rimasero i bambini a rappresentare gli spiriti facendo la questua. Oggi, chi non dona i dolcetti dovrà accettare che la sua casa sia imbrattata con le uova marce oppure avvolta con la carta igienica.


Smell my feet, give me something good to eat!
Ed ora l'odorare i piedi, in altre parole inchinarsi. Poiché i bimbi rappresentano gli spiriti della Natura, cioé la Natura stessa, ci si inchina al loro passaggio, davanti al sovrannaturale, all'ordine cosmico e ci si mette nella condizione di accettare il bene e il male che verrà dal cielo. Nessun riferimento sessuale insomma e meno che mai di sottomissione intesa come atto di rinuncia a dignità o potere ma solo l'arrendevolezza luminosa del giunco al vento. Poiché inizialmente la questua era fatta dai poveri "odorare i piedi" ha anche un altro significato.

I poveri non avevano, molto probabilmente scarpe, oppure le avevano logore. Poiché per odorare i piedi bisogna guardarli molto probabilmente questa frase serviva a richiamare alla povertà del richiedente che dimostrava, in questo modo, il suo diritto a qualcosa di buono da mangiare. Infine, i morti non hanno piedi, o meglio non hanno scarpe e quindi i loro piedi si possono odorare, per cui la frase richiama anche alla mente che i questuanti rappresentano gli spiriti che hanno diritto al compenso per il lavoro svolto durante i mesi del Samos.

Il cibo dei Morti in Italia.
Le questue rituali non sono un'usanza esclusiva dei paesi Anglosassoni. Anche in Italia, da tempi antichissimi esistono questue rituali alle quali partecipavano, un tempo poveri e bambini, vestiti della dignità degli spiriti. Il legame che un tempo le comunità umane sentivano con gli antenati, inoltre, si esprime ancora oggi nelle molte usanze italiane legate alla festività dei Defunti. A testimonianza di questo rapporto vi sono, in Italia, molte gustose ricette preparate tradizionalmente nel giorno dei morti e per i morti. Sul sito di Cronache Esoteriche troverete le ricette italiane tradizionali di Samahin, da regalare ai bimbi-spiriti che chiedono il dolcetto, da offrire durante le celebrazioni e da gustare in compagnia.